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Argomenti del passato, al presente
di Pietro Bondanini

Un argomento è un discorso logico intorno ad una successione di accadimenti che si svolgono nel ciclo spazio-temporale: dal ciclo giorno e notte al ciclo epocale.

Prefazione

Ritengo necessario anteporre all'esposizione di Argomenti del passato, al presente, alcuni concetti che seguiranno l'intero percorso dell'omonima sezione del sito www.pibond.it.

La mia può sembrare una presunzione al di sopra di ogni limite di ragionevolezza perché parlare del passato degli uomini, oltrepassando la storia, significa percorrere una strada ardua e piena di ostacoli se non si fissano i contorni entro i quali l'esposizione deve essere contenuta.

Il contorno è rappresentato dalla mia esistenza, dalle mie esperienze fatte in più di quattordici lustri di vita: non ho nulla di clamoroso da esprimere, solo ciò che aspettano le persone che avvolgono nell'anonimato le loro azioni virtuose, che, in questo mondo, costituiscono la maggioranza.

Ho il titolo di dottore in economia e commercio, conseguito nel 1960, presso l'Università Bocconi di Milano, ma non ho meriti accademici che mi consentono di trattare ex cattedra di economia, né di spaziare mettendo il naso nelle altre scienze di contorno. Ciò nonostante mi cimento nell'impresa, sicuro di giungere ad una conclusione di qualche utilità che va oltre la mia personale.

A mio parere, un approccio culturale serio deve iniziare da sé stessi, dai propri interessi e della presa di coscienza dell'interesse degli altri.

Pensionato nel 1997, dopo dieci anni di sabbatico trascorso con vaste letture mirate sui punti di interesse e intrattenendomi nella redazione di testi per il mio sito www.pibond.it comparso in rete l'8 settembre 2002, mi sento sicuro di confrontarmi su qualsiasi tema che interessi l'uomo avendo conseguito una preparazione costruita sulla conoscenza di altri che ho ritenuto più convincenti.

Di mio ci sono solo queste pagine: non rivendico, specificatamente, nessuna idea, nessuna ideologia, nessuna scoperta, nessuna invenzione. La convinzione di mettere a frutto le conoscenze al fine di conseguire un equilibrio sociale compatibile con la nostra cultura occidentale è l'assunto che vorrei fosse sottoscritto, diffuso e realizzato in modo che la coscienza politica delle Nazioni ne assumesse l'obiettivo primario.

°°°

L'uomo è cosciente del proprio essere e credo che, durante la vita, null'altro ha da desiderare che sapere di essere cosciente. Non è una tautologia perché tra essere cosciente e sapere di esserlo c'è la stessa differenza tra il fare, il saper fare e il sapere di fare. Questo concetto riguarda tutte le azioni che compie l'uomo come individuo che interagisce coi fenomeni del proprio tempo nel proprio spazio.

Non voglio rappresentare niente di originale. Alla fonte degli atti umani ci sono le idee e le ideologie che le elaborano e le giustificano.

Le idee sono importanti; le idee sbagliate partoriscono ideologie mostruose.

Aborro dalle ideologie: non le sopporto.

Hanno creato mostri e niente più.

La mia è una ricerca di fatti e di idee nella fonte del sapere e negli atti che la storia ci tramanda attraverso testimonianze convincenti per il nostro esistere: nasciamo nella storia e ci prolunghiamo nella storia.

Le ideologie nascono dopo le idee; io punto a percepire il significato e gli effetti di queste ultime che non hanno tempo e non occupano spazio.

Il tempo misura solo fenomeni fisici: la coscienza esiste in ogni tempo, sempre, prima, ora e dopo.

Gli atti sono la testimonianza della coscienza e questi si prolungano nello spazio e nel tempo. Dagli atti si riconosce la coscienza!

Sant'Agostino sosteneva che non ci sono tre tempi, il passato, il presente e il futuro ma soltanto tre presenti: il presente del passato, il presente del presente e il presente del futuro.

°°°

Argomenti del passato, al presente parla di storia. Di storia che non è quella dei nostri genitori, pardon, dei nostri nonni, (io stesso sono nonno e intendevo alludere al mio papà!), ma quella dell'umanità nel suo insieme; quella dei popoli della terra nel retaggio che affonda nelle epoche più remote.

Perché mi cimento a scrivere di queste cose, lo rappresento con questo episodio.

°°°

Fino a diciotto anni di età, vuoi per educazione, vuoi perché i miei interessi erano orientati ad altro, associavo ai negri quelle poche nozioni che ci conducevano a considerarli come persone da tutelare in un contesto paternalistico perché non proprio dotate come noi bianchi.

All'epoca delle colonie, da chi professava ideologie radicate nel materialismo, nell'idealismo o nel positivismo, si riteneva che gli indigeni fossero persone da tenere lontane dalla cultura occidentale perché incapaci di assimilarla.

Per essi coltivavo la stessa considerazione che ne avevano gli adulti della mia famiglia; come Giuseppe , padre di Natalia Ginzburg che, nel suo Lessico familiare , lo fa protagonista per certe sue espressioni coinvolgenti concetti che, per mitigare i contrasti nelle discussioni, avevano contorni sfumati. Una di queste espressioni era negrigura che coinvolgeva le persone che non avessero un aspetto conforme al suo modello personale.

Vengo all'episodio, Era l'anno 1952, assieme ad alcuni amici del Circolo musicale giovanile, mi occupavo di organizzare concerti di musica classica George Walker nell'Auditorium presso il Conservatorio Musicale Girolamo Frescobaldi della città di Ferrara. Giravo per strada per attaccare locandine, partecipavo a lunghe riunioni per trovare il modo di avere qualche contributo, andai persino a Milano per ottenere la partecipazione di qualche interprete di prestigio. Non ricordo esattamente quando, ma doveva essere nel mese di maggio di quell'anno, giunse a Ferrara Alfred Cortot. Tra gli altri nomi, meno prestigiosi, venne anche un pianista di colore: nero come il carbone: George Walker. Ora che racconto questo episodio, mi commuovo nello scoprire su internet che gode tuttora di grande prestigio internazionale.

Offrì un concerto eccezionale e si rivelò un interprete di Beethoven di grande sensibilità. Al termine del concerto, contrariamente a tutti gli altri artisti che partivano dopo aver riscosso il cachet, Gorge Walker si trattenne con noi amici e lo invitammo a casa per una chiacchierata ed un bicchiere di whisky. Parlava discretamente il francese e con lui mi intesi per porgli un sacco di domande. Non ricordo tutti gli argomenti che trattammo, ma una cosa mi è rimasta impressa ed ora sento il bisogno di parlarne.

Era la più ovvia delle domande che potessi fargli: perché aveva scelto di interpretare la musica classica anziché dedicarsi al jazz? Disse che privilegiava nell'ordine l'armonia, la melodia ed il ritmo; il jazz è integralmente ritmo e non lo preferiva. Osservavo il mio interlocutore da vicino. Era come se guardassi un immagine in negativo: i denti bianchi risplendevano sul suo volto sorridente, affabile e simpatico che formavano un contrasto abbacinante nell'osservare le sue dita eccezionalmente lunghe in mani aperte color rosa, delicate agili e ben formate dalle quali avevo la sensazione che promanasse una sensibilità interpretativa e culturale che atavicamente non pensavo potesse appartenergli.

Non ho più rivisto Gorge Walker e non so proprio se, in caso lo rivedessi, si ricorderebbe di questo episodio. So solo che da allora coltivo una certezza: George Walker ed io abbiamo un progenitore in comune! Qualcuno che ci ha accomunati nel passato per formare la stessa sensibilità che ora si osserva con occhiali diversi.

E' bene inteso che non intendo fare ricerche in materia genetica, ma l'andare a cercare comuni radici culturali partendo da molto, molto lontano è un obiettivo che intendo mettere a fuoco nei vari percorsi di questo mio scritto.

°°°

Accade un fatto dal quale scaturisce qualche effetto!

Chi lo osserva compie un esperienza sensoriale che suscita lo stimolo a compiere un'azione. Quando il fatto esaurisce i suoi effetti e se è significativo, diventa ricordo fissandosi nella memoria.

Sostenere che la cosa che accade, nel momento stesso in cui smette di accadere, è già ricordo è falso, perché, in questa espressione, il soggetto che partecipa è confuso nel ricordo ed il ricordo non è la persona, ovvero colui che ha vissuto il fatto e lo fissa nella memoria.

Se tutte le persone conservassero il ricordo di tutti i fatti da loro vissuti, gli storici disporrebbero di così tante informazioni da poter ricostruire, momento per momento, la storia di ogni singolo essere umano a partire da Adamo.

Invero, i fatti che hanno esaurito i loro effetti sono non ricordi ovvero dimenticanze di chi non ne ha avvertito significati. Un ricordo senza la persona che lo abbia vissuto e, in qualche modo, sappia riferirlo, non esiste.

Il non avvertire significati è il tormento degli storici.

°°°

Un fatto di cronaca forma un argomento più o meno interessante. Una successione di fatti può produrre un evento i cui effetti operano un cambiamento profondo nelle nostre abitudini di vita.

Gli effetti dell'evento si misurano nei cicli temporali e nello spazio d'influenza.

La durata dei cicli è caratterizzata dagli effetti prodotti dall'evento stesso, sono di breve, media e lunga durata classificabili secondo l'esemplificazione che segue:

  • Ciclo giornaliero , tutti gli eventi di cronaca non ripresi dai giornali nei giorni successivi come un temporale o una rapina in banca.
  • Ciclo stagionale , il rientro dei bimbi a scuola, il maltempo che accende la richiesta di dichiarazione di stato di calamità nell'territorio dell'ente locale colpito.
  • Ciclo generazionale , una moda, una corrente artistica, un movimento sociale o politico, come i beat degli anni 60, l'astrattismo, e tutte le ideologie politiche, anche quelle che si estendono su più di una generazione;
  • Ciclo epocale , il tempo nel quale si estende l'effetto di un'intera civiltà caratterizzato da fatti di grande clamore, come la nascita di Gesù, la distruzione degli idoli ammassati nel tempio della Ka'ba operata da Maometto nel 630 o il viaggio di Colombo nel 1492.

Lo spazio d'influenza dell'evento raggiunge un'estensione corrispondente all'interesse che la popolazione manifesta in quanto ne è direttamente o indirettamente coinvolta.

Nell'epoca in cui viviamo non esistono limiti spazio e di tempo alla comunicazione; pertanto gli eventi passati che erano ristretti nei confini locali per le difficoltà che si incontravano nel percorrere le vie di comunicazione, oggi superano questi confini sino ad abbracciare il mondo intero e a raggiungere dimensioni planetarie anticipando, quasi, le prossime colonizzazioni extraterrestri.

°°°

Gli effetti degli eventi epocali, come quelli della distruzione degli idoli nella Ka'ba e del viaggio di Colombo, inducono ad immaginare che possono essere collocati in cornici di varia specie. Infatti ogni effetto prodotto da un evento, consente di esaminarlo nell'immanente (analisi portata ai limiti dell'esperienza scientifica possibile) e nel trascendente (analisi compiuta oltre questo limite).

Con più precisione l'argomento può essere visto con un supporto adeguato:

  • nell' immanente , sotto lo sguardo dell'evolversi delle tecnologie applicative e delle scienze in genere con particolare riferimento alla psicologia, alla sociologia, all'economia e a quella politica;
  • nel trascendente , alla luce delle correnti filosofiche e teologiche più consone ad inquadrare il fenomeno esaminato.

L'esame dell'evento che forma l'argomento può essere sviluppato anche dal punto di vista del passato verso il presente, del presente verso il passato o in qualsiasi momento, nell'attimo in cui si verifica e, pertanto, con questa metodologia sviluppo queste quattro parti che compongono Argomenti del passato, al presente :

  1. I fatti di ieri con le idee di oggi
  2. I fatti di oggi con le idee di ieri
  3. L'attimo fatale
  4. Pecunia e moneta

Pecunia e moneta inizia con un gioco di due parole per assumere un triplice significato: valore intrinseco; mezzo di scambio e bene patrimoniale . Credo che seguire il percorso di questi tre aspetti nell'avvicendamento di eventi storici, possa costituire una base solida per introdurre l'esposizione di una mia personale convinzione in tema di scienze umane, tra le quali fanno parte la sociologia e l'economia.

 

Roma 8 settembre 2002
Revisione 22 aprile 2004
Revisione del 30 maggio 2007



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