La nostra conoscenza inizia fondamentalmente dall'esperienza sensoriale, e quindi dei fatti. Le nostre percezioni della realtà ci fanno conoscere gli oggetti reali che ci circondano, ma una volta acquisite le informazioni è la nostra coscienza che assumerà il compito di analizzarle.
Il mio sguardo è sostanzialmente rivolto verso i fatti di epoche passate che in qualche modo siano riconducibili al tempo presente e che esamino attraverso la metodologia usata in econometria per l'individuazione delle perturbazioni nelle serie storiche di dati di lungo momento.
Questa metodologia fu introdotta dal Prof. Giovanni Demaria che, al tempo dei miei studi universitari, reggeva la cattedra di Economia Politica presso l'Università Bocconi di Milano e ne venni a conoscenza per averla applicata io stesso nello scrivere, in seminario con un compagno di studi, una tesina riguardante la Francia negli anni dal 1688 al 1697, anni nei quali fu combattuta la guerra della Lega di Augusta.
Il ricordo di questa ricerca mi ha sempre stimolato la curiosità di rovesciare il campo di osservazione.
Con l'econometria si osservono serie di dati economici omogenei che seguono l'andamento con punte alto-basso e si evidenziano le cause esterne ai parametri economici strettamente considerati; gli eventi che determinano queste cause esterne, sono denominati fatti entelechiani; i periodi entelechiani sono invece rappresentati dal concatenarsi degli eventi tra un fatto e l'altro in un ciclo deterministico (dalla fine della prima guerra mondiale all'inizio della seconda gli eventi evolvono in modo da determinare la crisi del '29 e il successo del new deal).
Lo studio che vorrei proporre consiste nel ricercare il nodo di inizio e di fine di ogni periodo entelechiano cercando in tutte le tracce del manifestarsi umano tramandate dal passato, la concatenazione causa-effetto dei fatti imtermedi che succedono tra un nodo e l'altro.
Come apparirà nel prosieguo, Vilfredo Pareto, con il suo Trattato di sociologia generale, mi accompagnerà in questo percorso rilevando, appunto, che gli eventi intermedi sono stati vissuti da una natura umana sostanzialmente immutata sin dalle più profonde origini. In altre parole, l'evoluzionismo non riguarda la coscienza: il dilemma tra creazione ed evoluzione non trova soluzione sulla base del razionalismo scientifico.
Roma 8 settembre 2002
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