Perché,
oggi, si ha la sensazione che l'esistenza implichi tante
complicazioni?
La complicazione è la nostra quotidiana fatica, alleviarla
significa gestire situazioni sempre nuove che a loro volta generano
altre complicazioni.
Parlo di sensazione ed invito chi
la prova di porre mente al fatto che quando un accadimento inatteso
rompe un equilibrio esistente, all'inizio si compete per non
farsi sopraffare; poi si lotta per conseguire un vantaggio su
chi non sa adeguarsi per mancanza di preparazione o per incapacità.
Nelle pagine che seguono tento di rappresentare questo dramma che incombe su tutte le specie viventi ed in particolare su quella umana perché quest'ultima, oltre al doversi procacciare il necessario per la propria sopravvivenza, deve integrarsi socialmrnte con il solo ausilio delle proprie doti individuali (intelligenza e attitudine acquisita con l'esperienza) in aggiunta a quelle peculiari ed esclusive innate che ritengo essere la libertà che trae origine dalla coscienza del bene e del male e l'amore, quel sentimento che unisce gli uni agli altri sin da quando si vede la luce di questo mondo.
Alla complicazione si reagisce d'istinto o con la ragione per
riformare un equilibrio interrotto o per crearne un altro.
Quando si dice che la vita è complicata ci si riferisce
di solito al presente. Comunemente si pensa che la vita, nel passato
fosse meno complicata di oggi: non c'era l'euro, c'erano meno automobili;
l'ufficio era più vicino a casa; il fruttivendolo ti regalava
il mazzetto degli odori mentre oggi lo paghi in moneta sonante;
per la vacanza, non c'era bisogno di andare alle Maldive e la gita
fuori porta dava più soddisfazione .. insomma la serie di
luoghi comuni potrebbe aumentare all'infinito ma la conclusione,
quando appena si abbia approfondito il problema, è che la
sensazione di un passato meno complicato va cercata solo nella
reminiscenza nostalgica della propria gioventù che, ahimé,
non si ripete.
La percezione del complicato si manifesta più o meno intensamente
in rapporto alla capacità di ognuno ad adattarsi alle situazioni
che di volta in volta si vengono a creare.
Quanto precede è frutto di osservazioni soggettive.
Sotto il profilo oggettivo si determina un complicazione quando nll'agire abitudinario per soddisfare un bisogno, si rende necessario operare un cambiamento che rende indispensabile la revisione della procedura operativa abituale ovvero una modificazione la cui messa in atto è doverosa per ristabilire un equilibrio esistenziale.
La capacità di adattamento è l'elemento focale sul
quale muovere l'osservazione perchè si possano realizzare
quelle semplificazioni che consentano all'operatore di beneficiarne
non solo al fine di rendere agevole il cambiamento stesso ma di
trasformare la complicazione in un vantaggio per chi ne è coinvolto.
Troppa teoria? Si suole dire che non tutti i mali vengono per
nuocere: i mali sono le complicazioni e, il più delle volte,
superate le quali, ne traiamo un vantaggio. Basta darci da fare
e avere l'opportunità di trovare nell'ambiente in cui viviamo
solidarietà e ausilii atti a farci ritrovare l'equilibrio
che sembrava compromesso.
Tutto ciò è il nostro normale ciclo di vita. Qui
la nascita, la morte ed il destino non c'entrano.
Roma 8 settembre 2002
Revisione 7 aprile 2003 |