Lascio al lettore meditare sul progetto di vita immaginato
dai personaggi dell'episodio esposto nel capitolo precedente.
In questo breve
capitolo - che considero strategico ai fini della spiegazione del
mio pensiero - intendo illustrare il processo
di associazione tra il progetto di vita ed il percorso di vita
che può essere compreso in queste tre fasi:
- noi, come singoli, in ogni istante, siamo al centro di due
linee: l’una rappresenta il progetto, l’altra il
percorso della nostra vita;
- nell’agire, applichiamo il nostro potenziale perché il
percorso effettivo sia mantenuto continuamente sovrapposto
a quello progettato, lasciando alle spalle una traccia unica
che rappresenta il nostro passato;
- questo potenziale può essere inteso
sia come capacità individuale esercitata sulle opportunità che
si manifestano nella gestione del progetto, sia come destino,
ovvero come preesistenza delle opportunità stesse che,
nel disegno della predestinazione si rivelano istante per istante.
Il progetto di vita si sviluppa quindi anche lungo il destino,
ignoto sino al suo manifestarsi e facente parte integrante del
percorso da compiere; ma il destino è predeterminato oppure è il
risultato della combinazione tra le nostre scelte e gli accadimenti
che si susseguono nel creare gli eventi?
Nessuno ha trovato una risposta razionale a questa domanda, né pretendo di trovarla io perchè l'argomento coinvolge concetti al confine tra l'immanente ed il trascendente che solo la ragione della sapienza e non il raziocinio dello scienza può essere di sostegno alla comprensione.
Comunque una cosa è certa: sono gli uomini, come singoli, che agiscono lungo il percorso di vita; sono loro stessi che esercitano le scelte sia nel progettare e sia nell'agire con la relativa responsabilità degli effetti delle decisioni che essi assumono.
Siamo responsabili di tutte le azioni commesse e dobbiamo assumerci carico anche del nostro destino perchè quest'ultimo deriva dal nostro esistere sia come singoli e sia come integrati nella comunità umana.
Per questi effetti Dio, il Creatore, ci ha donato la libertà: siamo noi a gestirla e sapercela amministrare ascoltando la coscienza!
Roma 23 dicembre 2003
Revisione del 2 luglio 2006 |