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Fratelli di Candia e Grecia
Emilia Belzoppi
   
Da pag. 300 a pag. 304 delle memorie. Leggi anche ...

 

Povera umanità come sei reietta! Quando leggo le persecuzioni atroci di barbari Musulmani, le sevizie, gli stupri, gli incendi e quanto di più atroce può inventare l'ira, l'astio la nequizia dei barbari, mi sento ardere di un fuoco che mi brucia e mi affligge. Ma quando il contegno delle Potenze Europee invece di porre un argine a tanti mali si unisce agli oppressori per schiacciare gli oppressi, allora mi addoloro sino alle lacrime ... e prego nel silenzio del Tempio di Dio di pace pè miei fratelli cristiani, perché risorgano, e muoiano senza rancori da veri martiri del Salvatore!

E tu Italia terra un tempo d'eroi, ti copri tu pure di vituperevole viltà, perché vile è sempre colui che si associa alla causa del forte per opprimere il debole e Tu che hai visto le madri darti volonterose i loro amati figli puntarle la coccarda tricolore sul petto e baciandoli dirgli:

"Andate e tornate vincitori; ti armi per opprimere?"

Ahi vitupero, vitupero!!

Anche tu vecchio venerabile del Vaticano, taci. Taci tu che sei padre della cristianità e lasci che i tuoi figli siano uccisi .. straziati ... e non alzi un grido che risuoni per tutto il modo cattolico; non fai appello al cuore dei buoni perché si uniscano e, a schiere compatte, accorrano in aiuto dei fratelli di Candia e della Grecia?

Purtroppo i tempi sono cambiati e lo spirito di Pio quinto non si è trasfuso negli altri Papi. La celebre vittoria di Lepanto riportata sui turchi è storia passata ai posteri che dovrebbe suscitare coraggio ed imitazione ... ma nulla ... Pare che le parole di Gesù siano dimenticate.

Esso ci ha detto: Amate il prossimo, consolate gli afflitti. Chi più afflitti di que' popoli, chi più prossimo di essi che sono della nostra religione, nostri fratelli in Cristo!

 

Dal Resto del Carlino, sabato 13 Marzo 1897
Per Candia. Poesia di Lorenzo Stecc(h)etti
Voce d'oltre tomba
Quando vividamente il ciel la sera
Le fiamme del tramonto accoglie in sé,
E nel bacio del sol s'alza Caprera
Su l'onda rotta che le mugge al pié.
Il vigile nocchier volge le attente
Luci alla tomba che da lungi appar,
Che dice: "O madre Italia io ti ho lasciato
Un retaggio di gloria e di virtù.
Madre dei forti, dove l'hai gittato,
Che Garibaldi non lo ricordi più?
Eppure il vento un lungo suon di trombe,
quasi chiedendo aiuto, a te recò!
Eppure un cupo brontolar di trombe
Sull'onda sacra dell'Egeo passò!
Spenta è dunque l'idea che i forti mosse
Architettar le trecento città?
Dunque non ci son più camicie rosse
Per le battaglie della libertà?
Dove dorme ormai chi la parola
Del tuo vangelo al popolo bandì,
E col capestro attraversato in gola
Benedisse il tuo nome e qui morì?
Oh chi sul campo il sangue suo t'offria
Il sangue generoso e lo versò,
Quando nel sighiozzar dell'agonia
Coll'ora (?) dell'addio ti salutò?
I miei mille ove son, belli e giulivi
Fra la mitraglia, di Milazzo al piè?
No', se in tanta viltà giacciono i vivi,
Si leveranno i morti intorno a me!
Venite o morti miei! Sovra i fumanti
Spalti, superba la bandiera stà,
Carabinieri generosi, avanti!
La tromba squilla, e il nemico è là ...
Di questa Europa vil chi più si cura,
Che sai deboli ad infierir?
Lasciatela affogar nella paura
La sozza vecchia che non sa morir.
Che se cercasse alcun questa favilla
Spegner, che tanta fiamma accender può
Forte città dove nascea Balilla,
Levati tutta per risponder ... no! ..

 

Una "peacekeeping" di cento anni fa.


 
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