Ogni azione umana è contraddistinta da un cosa e da un come.
Fini e mezzi, nel significato che Machiavelli ha voluto dare a
questi termini, sono entità troppo vaghe per definire le
componenti dell'azione: perché il fine è riferito
al progetto perseguito, mentre il mezzo è l'insieme delle
singole azioni poste in essere per conseguirlo. Questa distinzione è essenziale
per analizzare il comportamento della persona, in quanto, per ottenere
un fine buono, il senso morale comune non consente la messa in
opera di una serie di azioni cattive.
Un altro aspetto da chiarire è quello del rapporto tra
bene, male e azione. Il cosa ed il fine non sono nè bene
nè male, perchè nel contesto di un risultato c'è sempre
un po' di bene per il bene ed un po' di male per il male o viceversa:
quindi il bene ed il male non sono insiti in loro stessi, ma originano
dall'insieme delle azioni coordinate per ottenere il fine. Le
azioni non si compiono da sole, ma con la volontà e l'intervento
della persona che, essendo cosciente, fa bene oppure fa male;
ma il giudizio bene o male va compiuto sul risultato finale
e non su ogni singola azione compiuta per ottenere il fine.
Un terzo aspetto riguarda la categoria, il movente, la qualità e
l'entità del bene o del male.
La categoria può individuarsi per o contro chi vengono compiute
le azioni:
- per sé stesso;
- per le persone della cerchia familiare e dei conoscenti;
- per le persone della comunità propria o di altre non legate da un reciproco vincolo di conoscenza.
Il movente riguarda la finalità dell'azione nel contesto
di quelle che si pongono in essere per svolgere un progetto.
La distinzione
tra male e bene inizia dall'intenzione di agire e coinvolge allo stesso tempo le tre categorie anzidette interessando la psicologia, l'economia e la sociologia in pari tempo.
Il movente di Robin Hood (Il nobile Robin, dopo aver combattuto con Riccardo Cuor di Leone, diventa un fuorilegge, per difendere il proprio paese dalle prepotenze dello sceriffo di Nottingham), di Ghino di Tacco (Quiv’era l’Aretin che da le braccia fiere di Ghin di Tacco ebbe la morte - Purgatorio VI, vv. 13-14) o del Passator cortese (Portavoce degli scontenti, riuscì per anni a tenere in scacco i governanti pontifici nei territori delle Legazioni), non era economico, ma politico; lo stesso può dirsi di Garibaldi (Ritentò l’impresa dei Mille per la conquista di Roma, ma sull’Aspromonte fu bloccato dall’esercito regio e arrestato. Liberato in seguito ad una amnistia, trascorse alcuni anni a Caprera ...) e di tutte le brigate rosse o nere perdenti o vincenti che siano.
La storia propone l'attenzione sugli atti militari e politici, sottacendo quelli che hanno coinvolto direttamente le persone, molte delle quali hanno subito più danno che beneficio.
La terribilità delle guerre e delle rivoluzioni, le carestie che ne derivano per le popolazioni sono spesso frutto della passionalità insita nell'agire, piuttosto che il prodotto della razionalità nel considerare tutti i fattori che concorrono a determinarle. Le tattiche prodottte su strategie sbagliate portano all'annientamento.
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Qui si contrappone in senso drammatico, la forza e la debolezza
della persona singola che progetta il proprio percorso di vita col credere e sperare di
raggiungere liberamente la meta designata.
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Per i cristiani cattolici, le virtù teologali sono tre: fede, speranza e carità (Per la teologia cristiana le virtù teologali sono quelle virtù che riguardano Dio , rendono l'uomo capace di vivere in relazione con la Trinità e fondano ed animano l'agire morale cristiano, vivificando le virtù cardinali.*). La carità diventa amore,
la chiave di volta della fede e la molla della speranza.
Se l'amore comprende il prossimo è bene,
se comprende solo sé stesso è male.
Credo che nessuna parte religiosa o ideologica possa contestare
queste osservazioni che sono paradigmatiche per il proprio entourage e dovrebbero essere condivise dall'umanità.
La tendenza di trasformare ogni forma associativa in corporazione è l'ostacolo principale al formare una coscienza caritatevole a livello mondiale.
Non altro significato dà la religione cristiana alla carità e cioè quello di
dare tutto sé stessi al prossimo chiunque esso sia e non solo per questa o quella parte.
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Il percorso di vita è caratterizzato dalla passione dominata
dal contrasto tra virtù(cardinali, per i cristiani) e vizi che accompagnano la nostra
esistenza: le virtù sono la giustizia, la fortezza,
la prudenza e la temperanza; i vizi che inducono al peccato sono l'
accidia, l'ira, la superbia, la gola, l'avarizia, l'invidia e
la lussuria.
Credo che questo schema possa essere condiviso
universalmente in quanto tutte le azioni umane sono più o
meno improntate ad un insieme di queste passioni.
E' emblematico il discorso che Ulisse, appena superate le colonne d'Ercole, fa al suo equipaggio per convincerlo a continuare nell'impresa: