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Evoluto o creato ?
di Pietro Bondanini

Osservare un oggetto e rappresentarlo con qualche sua caratteristica può essere semplice e allo stesso tempo efficace;
nella sua interezza, arriva a tanto solo un grande artista che lo riassume suscitando l'emozione che solo il sentimento
può cogliere.

 

Alla TV, al tempo in cui scrivo, trasmettono un inserto pubblicitario che qui in breve illustro: lo ritengo significativo ed essenziale per essere ricordato ove mai se ne perdesse traccia tra l'immenso trash mediatico che ci opprime.

°°°

Durante la riunione del consiglio di amministrazione di una società, il presidente informa gli astanti che è stato installato, presso la sede centrale, un nuovo server dotato di caratteristiche eccezionali.

Dopo alcune richieste di chiarimento, l'assemblea viene edotta sul fatto che il nuovo server occupa un decimo del volume di quello della precedente installazione creando più spazio alle persone dell'ufficio; che il medesimo non ha richiesto alcun intervento di assistenza tecnica perchè è stato sufficiente allacciarlo alla rete già esistente; che si è configurato prelevando automaticamente il database aziendale ed infine che si è persino ordinato da solo.

Insomma il server si è ordinato da solo ma non si è creato da solo!

Infatti è stato creato per l'effetto di azioni organizzate da esseri umani in un'impresa che, orgogliosa per tanta bravura, mette in mostra il proprio marchio che qui non ritengo indispensabile ricordare.

Quel server appartiene ad una famiglia composta da un numero indefinito di esemplari che si autogenerano ovunque venga deciso di installarlo. E questo è il reale contenuto del messaggio pubblicitario.


Dopo aver riferito, a mero titolo di promemoria, il fatto di cui sopra, esamino più in profondità un tema già accennato in precedenza: quello delle peculiarità distintive dell'uomo.

Al riguardo mi riferisco a due concetti: l'uno attribuito a Platone ("... l'uomo è un bipede implume"); l'altro di Schelling ("... ogni singolo essere è fatto per ciò che fa").

Non sto a disquisire se le due proposizioni siano vere o false, ma le prendo in considerazione solo per cercare di elevarle ad un contesto più vasto di un sofisma.

Platone tentava di cogliere le peculiarità di ogni essenza ed il suo sforzo non andò oltre, per quanto riguarda l'uomo, alla coesistenza di due aspetti che nel loro insieme sono distintivi, ma non nella loro singolarità. Così anche Schelling che, con la sua osservazione abbraccia tutte le essenze in un ordine universale senza rilevare alcuna peculiarità distintiva dell'uomo.

Allora qual'è la peculiarità distintiva dell'uomo?

A mio parere, prima di dare una risposta a questa domanda, occorre semplificare il problema pensando che il tempo non esista ovvero che la creazione comprenda in sè l'evoluzione del creato e, quindi, la sua storia. Così accontento tutti: da Parmenide ad Eraclito, da Platone ad Aristotele, da Sant'Agostino a San Tomaso, da Erasmo da Rotterdam a Kant ed in ultimo da Darwin a Marx.

Ed ecco la risposta: la risorsa umana.

Non è una banalità! Ho già fatto, in più occasioni, un'osservazione simile rilevando che l'uomo è l'unico essere che ha il potere di governo sulle proprie risorse, le quali, in ogni tempo, sono proprie e diverse in ogni singola persona.

In altre parole, oggi, la risorsa principale dell'uomo non è il petrolio o la soja ma la sua propria di sapere estrarre il petrolio o coltivare la soja; così è stato sempre, sin da quando egli è stato creato e per tutto ciò che gli è stato utile per accrescere il suo dominio nella natura.

Ed è stato creato, perchè non è ragionevole pensare che si sia creato da solo, come il server della società menzionata sopra!

Ed ecco, infine, la considerazione finale: il nostro passato, il nostro presente ed il nostro futuro sono scritti nelle pagine che precedono questo capitolo e, in particolare, negli episodi relativi all'inizio dell'umanità così come ci sono riferiti dalla Bibbia.

Scienza? No, non è sufficiente: è necessaria, invece, la sapienza dei grandi di ogni tempo, ispirati dalla Bibbia e dai miti che la precedono o che la succedono, per rappresentare, al presente, la nostra storia!

Questi grandi sono artisti ed artefici, tra i quali anche poeti, matematici, ricercatori e scienziati che, da una semplice osservazione, ricavano un'impressione che sanno rappresentare (tradurre ed interpretare) in un linguaggio comprensibile perchè loro stessi ed altri assumano un controllo sempre più prevedibile ed efficace sulla propria persona e su quant'altro esiste in natura.

 

 

Roma, 1° gennaio 2005
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Amare per essere amati
     
     
     
     
 


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