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I tempi della libertà
 
   
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I tempi della libertà
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di Pietro Bondanini

Adamo si unì a Eva sua moglie, la quale concepì e partorì Caino e disse: "Ho acquistato un uomo dal Signore" Poi partorì ancora suo fratello Abele. Abele era pastore di greggi e Caino lavoratore del suolo" .... (Genesi 4, 1-2)

 

Come tutte le cose che riguardano gli esseri viventi, l'istinto a costituirsi in associazione è causato dal bisogno. Gli animali, come i lupi, per necessità di sopravvivenza, hanno la sola alternativa di seguire il più forte del branco.

Anche gli uomini, ma solo quando i mezzi vitali di sostentamento scarseggiano, sentono la necessità di imbrancarsi. Basti pensare alla popolazione civile di una città che soggiace all'incubo dei bombardamenti aerei e si capisce bene cosa vuol dire solidarizzare ovvero unire le proprie capacità per raccogliere tutto ciò che serve per mantenersi in vita suddividendo equamente ciò che si raccoglie secondo il bisogno di ciascuno.

In questi casi il senso morale accetta l'atto di razzia, il furto e quant'altro occorre per salvaguardare l'incolumità del gruppo, mentre condanna le azioni contro il gruppo di appartenenza ivi comprese quelle dei propri componenti, quando tradiscono!

Quando, invece, i mezzi non scarseggiano e si trovano a disposizione, ovviamente, non come l'aria che respiriamo: le cose cambiano.

Il capo branco non serve più ed il discorso si fa molto complicato perchè tanto più aumenta la possibilità del soddisfacimento dei bisogni, tanto più, nei rapporti interpersonali viene meno lo spirito di solidarietà per sostituirsi a quello di ottenere ciò che serve con lo scambio e non attraverso un'equa distribuzione.

Dalla costrizione di dover passare d'ora in ora ad occuparsi della sopravvivenza, si passa a scegliere attività più gradevoli che vanno dal godere del proprio artefatto, alla creazione artistica, alla contemplazione e all'ozio.

La libertà si articola tra queste scelte e il loro insieme determina il progetto individuale di vita.

La libertà si articola tra queste scelte e il loro insieme determina il progetto individuale di vita. Da qui nascono le associazioni ed in queste l'uomo trascorre il proprio tempo ad esercitare la propria libertà di scelta non più nel rapporto tra amore e dono, ma tra politica e scambio. Il tempo dell'uomo assume quindi un duplice aspetto:

  1. tempo da dedicare al procacciamento del necessario all'esecuzione del progetto:dovere;
  2. tempo libero per esercitare attivamente o passivamente ciò che procura benessere: piacere.

La libertà ed i vincoli a questa che l'uomo impone, si misura tra questi due tempi tra i quali non esiste un confine definito. Peraltro, tra questi due tempi esiste un contrasto drammatico vissuto dall'umanità sin dalla sua origine.

Se l'ontologia rappresenta ciò che è lo sviluppo spontaneo della natura, la deontologia è ciò che l'uomo deve fare per asservirla a suo vantaggio. Il paradosso è che la natura, di cui l'uomo fa parte, costringe l'uomo ad asservirsene, da una parte, ma è l'uomo ad essere libero di asservirsene o meno. Quindi è l'uomo il re nella natura e nessun altro ha questo potere.

Se c'è qualche critica a quanto vado dicendo, questa non può che scaturire da un pensiero che nasce al di fuori della Bibbia.

Infatti Dio creò l'uomo e lo lasciò libero. Come detto nella striscia introduttiva al capitolo, Adamo ed Eva generarono Caino e Abele; l'uno lavoratore del suolo, l'altro pastore di greggi. Caino uccise Abele.

Quale il movente? Segue il testo della Bibbia dal Cap. 4.3 (ricavato da LiberLiber)

3Dopo un certo tempo, Caino offrì frutti del suolo in sacrificio al Signore; 4anche Abele offrì primogeniti del suo gregge e il loro grasso.
Il Signore gradì Abele e la sua offerta, 5ma non gradì Caino e la sua offerta. Caino ne fu molto irritato e il suo volto era abbattuto.
6
Il Signore disse allora a Caino: "Perché sei irritato e perché è abbattuto il tuo volto?
7
Se agisci bene, non dovrai forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto, ma tu dòminalo".
8Caino disse al fratello Abele: "Andiamo in campagna!". Mentre erano in campagna, Caino alzò la mano contro il fratello Abele e lo uccise.
9
Allora il Signore disse a Caino:
"Dov'è Abele, tuo fratello?".
Egli rispose:
"Non lo so. Sono forse il guardiano di mio fratello?".
10
Riprese:
"Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo! 11Ora sii maledetto lungi da quel suolo che per opera della tua mano ha bevuto il sangue di tuo fratello. 12Quando lavorerai il suolo, esso non ti darà più i suoi prodotti: ramingo e fuggiasco sarai sulla terra".
13
Disse Caino al Signore:
"Troppo grande è la mia colpa per ottenere perdono? 14Ecco, tu mi scacci oggi da questo suolo e io mi dovrò nascondere lontano da te; io sarò ramingo e fuggiasco sulla terra e chiunque mi incontrerà mi potrà uccidere".
15Ma il Signore gli disse:
"Però chiunque ucciderà Caino subirà la vendetta sette volte!".
Il Signore impose a Caino un segno, perché non lo colpisse chiunque l'avesse incontrato.
16Caino si allontanò dal Signore e abitò nel paese di Nod, ad oriente di Eden.
17Ora Caino si unì alla moglie che concepì e partorì Enoch; poi divenne costruttore di una città, che chiamò Enoch, dal nome del figlio.
18A Enoch nacque Irad; Irad generò Mecuiaèl e Mecuiaèl generò Metusaèl e Metusaèl generò Lamech.
19Lamech si prese due mogli: una chiamata Ada e l'altra chiamata Zilla.
20Ada partorì Iabal: egli fu il padre di quanti abitano sotto le tende presso il bestiame.
21Il fratello di questi si chiamava Iubal: egli fu il padre di tutti i suonatori di cetra e di flauto.
22Zilla a sua volta partorì Tubalkàin, il fabbro, padre di quanti lavorano il rame e il ferro. La sorella di Tubalkàin fu Naama.

Rileggendo questo testo mi pongo due domande:

  • Perchè il Signore non gradì l'offerta di Caino?
  • Perchè Caino uccise suo fratello?

Vorrei tentare di dare una risposta assai condivisibile e che per ragionevolezza potrebbe formare il nucleo per una ricerca più mirata sull'origine dell'umanità.

Se un tempo, l'uomo ha vissuto, come credevano i greci, un'età dell'oro o nel paradiso terrestre, come credevano e credono tuttora gli ebrei e noi cristiani, evidentemente l'uomo trovava sul posto tutto ciò che serviva per campare gioiosamente.

Ma questo spazio paradisiaco era limitato, tanto da non essere sufficiente per produrre spontaneamente quanto serviva per la prole.

Ecco quindi, colto il frutto dell'albero della sapienza, fu necessario iniziare le due specifiche fondamentali attività che sono la principale prerogativa dell'uomo: l'allevamento del bestiame e la coltivazione del suolo.

Inizialmente le due attività erano complementari, come lo sono tutt'ora, ma, alla lunga, sullo stesso posto la cosa non può funzionare. Il Signore, che la sapeva lunga in materia, dette un forte avviso nel non gradire il dono di Caino.

La questione era tattica e strategica insieme.

Caino sì accese d'ira e fu così che portò Abele a morire in campagna ove le pecore evidentemente avevano distrutto la sua coltivazione.

Dio ha gradito il dono di Abele perchè l'uomo doveva uscire dal paradiso terrestre e popolare il mondo. Abele, peraltro, fu giustiziato per mano del fratello per avergli procurato un danno.

Il seguito del racconto biblico, infatti, continua appunto coll'enumerare le generazioni da Caino sino a giungere ai progenitori di coloro che abitano sotto le tende (Iabal), che suonano la musica (Iubal) e di quanti lavorano il rame ed il ferro (Tubalkàin).

Il Destino dell'umanità era già scritto, sin da allora.

Da questo brano della Bibbia si può capire che Dio ha un progetto: indica la strada all'uomo e l'uomo agisce per libera scelta seguendo questo Suo progetto che è inconoscibile nella sua interezza, perchè fa parte del nostro destino.

Invero mi sembra che possa aprirsi uno spiraglio in questo fitto mistero, partendo proprio dall'episodio della Genesi, cercando di interpretare la funzione di Tubalkàin, lavoratore del rame e del ferro, nella storia dell'umanità. Tubalkàin ha la stessa funzione di Prometeo con la differenza che al primo, Dio donò l'ingegno per forgiare col fuoco e all'altro non fu donato nulla dagli dei perchè rubò il fuoco dalla fucina di Efesto destando le ire di Zeus che lo punì inviandogli Pandora col famoso vaso contenente tutti i mali e le calamità che si sarebbero abattuti su tutta l'umanità. Per quanto serve all'argomento che qui tratto, la differenza non assume particolare significato perchè sia l'uno che l'altro hanno avuto potere sul male: costruttori di armi hanno messo in moto il progresso attraverso il quale i popoli si sono avvicendati in cicli di pace e guerra mettendo a punto tecnologie sempre più sofisticate per entrambi gli usi: bellici e pacifici.

L'errore è sempre alle porte: errare è umano, persistere nell'errore è diabolico!!!

 

Roma, 5 dicembre 2004
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