Il Dottore in filosofia islamica parlò per ultimo e concluse
il primo giro degli interventi.
Ho raccolto le mie impressioni sul suo dire con grande difficoltà perché le
differenze culturali tra il nostro mondo e quello islamico segnato
da contrasti secolari sfociati in continue lotte di conquista
e di riconquista territoriale, fa sì che per realizzare
la piena comprensione, occorre assimilare il significato che
l’interlocutore intende dare ad ogni parola che pronuncia.
Da ciò si comprende realmente che è necessario
seguire il consiglio del Rabbino nel mostrare se stessi come
si è, inducendo l’interlocutore a comportarsi allo
stesso modo: il Dottore mostrò se stesso ed io, ascoltatore,
mi sono premurato di capire e di documentarmi prima di esprimermi.
Ecco qui a fianco, il significato dei termini usati nel suo discorso.
Il Dottore iniziò col mettere in chiara luce i pregiudizi
diffusi in occidente che compromettono i rapporti con l’Islam:
qui sono ragruppati in due insiemi: l'uno storico e l'altro religioso
.
- La storia. L’Islam che, dal primo secolo di vita, si è espanso
dalla Mecca verso occidente sino all’Oceano Atlantico e,
ad oriente, sino all’India ed ai confini della Cina,
va considerato soprattutto sotto il profilo della diffusione
di una religione lungo le vie carovaniere percorse dai beduini
e marittime arrivando a toccare tutti i porti del Mediterraneo.
L’impero persiano per primo e, subito dopo, ciò che
restava dell’impero romano decaduto e scisso tra quello
di oriente a Bisanzio e quello di occidente a Ravenna, erano
allo stremo della loro decadenza rispettivamente consumati dalle
invasioni barbariche e da continue e dilanianti dispute religiose,
senza parlare poi della situazione nel nord Africa dominato dall’Egitto
ed in preda a dispute che gli imperi non riuscivano a sedare.
Solo nei secoli successivi vi fu un più evidente contrasto
da parte dell’Europa occidentale, con alterne vicende militari,
la prima a Poitiers, nel mese di ottobre del 732, dove Carlo
Martello attacca le truppe del generale ‘Abd ar-Rahman
che viene sconfitto e ucciso, poi con le crociate intervallate
dall’invasione dei mongoli ed infine con la fondazione
dell’impero ottomano che ha avuto il suo massimo splendore
con Solimano il magnifico (1520-1566).
L’espansione, dopo cruente lotte, si attenuò sino
a fermarsi ad iniziare dal 1697 nella grande battaglia di Zenta
vinta dal Principe Eugenio di Savoia, feld maresciallo dell’Impero
Austro-Ungarico e a concludersi nel 1717 quando le truppe dello
stesso Principe occuparono Belgrado e sconfissero i turchi che
perdettero il controllo dell’intera Ungheria.
Da quel momento iniziò la disgregazione dell’impero
ottomano che si completò nel 1922 con la nascita della
Turchia come nazione moderna di tipo occidentale, ad opera di
Kamal Ataturk che, in quell’anno, proclamò l’abolizione
del Sultanato.
- Il Corano è la rivelazione della parola di Dio, al quale
il legislatore deve ispirarsi. La legge non è scritta
nel Corano, ma è la Shari’a che è compilata
da esperti secondo metodi e scuole religiose. Il Califfo, che
corrisponde al Capo dello stato, è il garante della Shari’a
ed ha quindi poteri limitati perché non può derogare
dalla legge formulata dalle scuole.
I movimenti fondamentalisti islamici così temuti in occidente,
ma anche in tutti paesi islamici dove la vita si svolge pacificamente,
non trovano spazio nel Corano.
Questi movimenti sono guidati da maestri che, nell’intento
di ritornare alla purezza originaria dell’islamismo, formulano
una falsa interpretazione del Corano dal quale pensano di trarre
la giustificazione per costruire una Shari’a tutta loro
che nega all’uomo ogni pur piccolo diritto alla libertà.
Tali movimenti che si ritengono oggi tutti collegati ad Al Qaida
sostengono il terrorismo combattendo ovunque nel mondo come se
tutti i non musulmani fossero peccatori.
Pertanto, la loro Jihad sembra compiersi non solo per difendersi
quando vengono attaccati, ma per eliminare gli “infedeli” ovunque
essi siano ed installarsi al loro posto: nell’ordine, gli
ebrei, i cristiani, gli induisti, i buddisti, gli animalisti
e, per ultimo, gli stessi musulmani non rispettosi della “loro
Shari’a”.
La questione palestinese è tutt’altra cosa. E’ la
tragedia di due popoli che devono spartirsi un territorio comune.
Il fondamentalismo islamico, qui, trova quel tanto spazio che
basta per fomentare il terrorismo solo nei confronti degli ebrei
d’Israele.
- Per il Corano, la base della società civile è la famiglia.
L’uomo ha l’obbligo morale di sposarsi. La poligamia è ammissibile
solo nel caso di società tribali dove vi sia un eccesso
di donne sugli uomini e si manifesti la necessità di ripopolamento
a seguito di eventi bellici, oppure nel caso di conquiste territoriali.
Una nazione moderna non può consentirlo e deve prevedere
il solo matrimonio civile separato da quello religioso come in
atto già in tutti i paesi occidentali. Uno sguardo alla
fonte del diritto naturale, che oltre nel Corano trova un fortissimo
radicamento nella Bibbia, dovrebbe indurre il legislatore a non
percorrere vie diverse da quelle di regolamentare i rapporti
umani in modo da non allontanarli dal concetto di famiglia tradizionale
che costituisce la base di ogni società civile.
Anche le parole del Papa, al riguardo, sono un monito da ascoltare.
Libertà sì; libertarismo no, perché è contro
natura!
Questi i principali pregiudizi che ostacolano la comprensione
degli occidentali nei confronti dell’Islam. I pregiudizi
correnti dei musulmani nei confronti degli occidentali sono invece
legati a tre aspetti fondamentali:
- la politica coloniale iniziata dagli inglesi in India,
gestita dalla famosa Compagnia delle Indie, proseguita da tutti
i paesi europei che chi più e chi meno ha investito
per costituire nelle colonie le strutture base per il loro
sviluppo in senso occidentale;
- l’intervento degli USA negli stati arabi che sembrano
esclusivamente tesi a soddisfare la loro politica commerciale
e petrolifera, in particolare;
- la licenziosità del comportamento della popolazione
dei paesi occidentali che traspare evidente dai giornali, dalla televisione
e genericamente da tutti i media. La formulazione di certe leggi
come quella della regolarizzazione delle coppie omosessuali in
alcuni paesi dell’Europa, non contribuiscono certo all’instaurazione
di buoni rapporti con l’Islam.
Il Dottore terminò il suo intervento mostrandosi alquanto
ottimista sulla pacifica convivenza delle tre religioni che,
a suo parere, si potrà peraltro realizzare a queste condizioni
essenziali:
- quella di abbattere tutti i regimi instaurati nei paesi aderenti
all’ONU non osservanti i principi della Dichiarazione Universale
dei Diritti dell’Uomo ;
- quella che si attui ovunque ed in particolare in tutti i
paesi islamici, specie quelli ove vige tuttora la forma di
Stato “teocratico”,
la costituzione dello Stato democratico laico sul modello occidentale,
quali già esistono in Turchia ed in Tunisia.
- quella che, in tutte le costituzioni dei paesi del mondo
intero, sia prevista una forma di concordato tra stati e forme
religiose, distinguendole tra quelle riconosciute e le altre
da considerarsi come semplici movimenti culturali, in modo
che ognuna possa esercitare un’efficace autorità morale nei confronti dei propri
fedeli ed evitare che i comportamenti licenziosi illegali offendano
i cittadini di qualsiasi religione. L’autorità religiosa
per i musulmani potrebbe essere un Muftì con poteri consultivi
in materia esclusivamente religiosa (festività religiose,
catechismo, fabbricati religiosi, finanziamento ecc.), nei confronti
delle autorità locali, così come vige nei paesi
islamici.
20 novembre 2003
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