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Secondo giro di interventi e conclusione
  di Pietro Bondanini

Da una tavola rotonda interreligiosa ho tratto la conferma su ciò che è stata sempre una mia convinzione: la religione non è l’oppio dei popoli. La religione deve essere inserita nella costituzione di tutti gli Stati – Nazione.

 

Nel secondo giro degli interventi non si sono delineate proposte per realizzare una pace religiosa universale ma ognuno ha ribadito che la strada concreta per raggiungerla è quella di prevedere, per tutte le nazioni, la costituzione dello stato laico, democratico, con rappresentanti eletti col suffragio universale e con la separazione dei poteri in legislativo, esecutivo e giudiziario. All’ONU dovrebbe continuare ad essere attribuito il compito di vigilare la conformità delle costituzioni nazionali alla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, di vigilare se questa venga applicata e di intervenire, anche militarmente, contro ogni forma di dittatura o monarchia non costituzionale.


Questa conclusione è il sogno di tutti ed anch’io, come cittadino del mondo, auspico che qualche piccolo spiraglio di distensione si concretizzi in un progetto più ampio di pace mettendo a tacere le armi o anche, come Einstein auspicò subito dopo la seconda guerra mondiale, dotando di bastoni i facinorosi che ancora vorranno menar gramo adducendo non so qual diritto ai danni del prossimo che vuol vivere in pace.


Per una informazione, credibile, disinteressata e aggiornata sullo stato dei rapporti tra occidente e Islam, consiglio la lettura del libro di:

Fiamma Nirenstein: Islam – La guerra e la speranza – Intervista a Bernard Lewis – Rizzoli Editore, 1^ edizione aprile 2003

Un libro interessante per comprendere il mondo visto dall’Islam è una raccolta di scritti di:

“Storici arabi delle Crociate”, a Cura di Francesco Gabrieli – Einaudi tascabili, nel quale consiglio la lettura del “Ritratto morale del Saladino” di Ba-hà’ ad-din a pag. 87.
Dalla lettura del brano si evince la soggezione del Saladino alla fede che aveva attinto dalle prove debitamente esaminate in compagnia dei più autorevoli dottori e dei maggiori giureconsulti.

Roma, 20 novembre 2003

A distanza di quasi tre anni ritorno su questo argomento perchè, particolarmente dopo gli sviluppi continui delle vicende politiche nelle quali la religione viene coinvolta, sempre più appare evidente la necessità che tutti i popoli vivano in nazioni laiche.

La visita intrapresa da Papa Ratzinger in Baviera in questi giorni è particolarmente significativa. Nella sua terra natia, come Papa della chiesa universale cattolico, tedesco, bavarese .............

Davide Giacalone 13.9.06

Joseph Ratzinger svolge un ragionamento interessante, che ci aiuta ad apprezzare il valore di una grande conquista occidentale, lo Stato laico.

Prima, a Monaco di Baviera, ha avvertito che le moltitudini asiatiche ed africane, non solo musulmane, non vedono una minaccia “nella fede cristiana, ma invece nel disprezzo di Dio e nel cinismo che considera il dileggio del sacro un diritto alla libertà”. Qualcuno vi aveva visto una strizzata d'occhio all'Islam, il che sembrava un po' azzardato se si pensa come i fondamentalisti chiamano gli occidentali, “crociati”, e se si pone mente al fatto che il Paese vissuto con maggiore ostilità, gli Stati Uniti, non fa che porre continuamente l'accento sulla fede ed il suo presidente non fa che invocare la divina protezione e benedizione. Poi, a Ratisbona, non solo ha condannato ogni forma di “guerra santa”, non solo ha ripudiato la violenza quale sistema utile ad ottenere la conversione, ma ha aggiunto che il fondamentalismo islamico bestemmia la divinità ed anche Maometto. Il che non sembra destinato a smorzare l'odio dei destinatari.
Quando era custode della dottrina e della fede, lo stesso Ratzinger non apprezzò l'ecumenismo di Wojtyla e l'appuntamento interreligioso di Assisi. A Monaco ne ha recuperato la parte più ovvia, quella che sarebbe strano non trovare nell'animo di un religioso, ovvero l'affermazione dell'indispensabilità della fede. Subito dopo ha opportunamente tracciato il confine oltre il quale la fede diventa delirio, fino a negare se stessa. Tutto questo senza che nessuno possa, da uomo di fede, sciogliere il nodo di fondo, ovvero la inconciliabilità delle tre religioni monoteiste, e la loro incompatibilità con gli altri culti.
La convivenza è, però, non solo possibile, ma anche uno dei nostri più profondi auspici. Come? In quella forma statuale che ha impareggiabilmente conciliato il bisogno di spiritualità con l'accettazione della diversità. La convivenza è possibile grazie allo Stato laico, che non è uno Stato ateo (negante il divino), né uno Stato confessionale (legato ad una chiesa). L'indipendenza fra l'aspirazione al sacro e la politica che governa gli interessi, i sentimenti e le idealità, è la grande conquista del nostro mondo. E' ciò che lo rende migliore.
Davide Giacalone www.davidegiacalone.it


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In questa sottosezione:
   
Introduzione
Storia
L'ancora della memoria
Il rasoio di Ockham
Uno sfondo per capire
Una nazione per i popoli
Manuale di storia
Ma quanti poteri?
Libertà e lavoro
Tavola rotonda
  Parla il Rabbino
  Parla il Prete
  Parla il Dottore in filosofia islamica
  Secondo giro e conclusione
Le regole del gioco
  Specialismo
  Antispecialismo
  Generalismo
  Il gioco di Pibond©
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