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Uno sfondo per capire
di Pietro Bondanini

Ogni avvenimento ha un’origine. Parlare di un avvenimento senza cercarne l’origine autentica è chiacchierare, non discutere!
Propongo quattro sfondi per capire gli avvenimenti del nostro presente e per progettare un futuro di pace e libertà.

Tra tutti i guai che sta attraversando il nostro martoriato paese, c'è chi tenta, con coraggio e tra mille ostacoli, di adeguare le strutture pubbliche a quelle minime concepibili per uno stato moderno fondato su una democrazia che garantisca a tutti le libertà fondamentali.

Mille ostacoli che non sono solo quelli delle resistenze di chi vuole mantenere in vita leGianni Loperfido:'La porta di Brandeburgo a Berlino prima della caduta del muro. Padre e figlio guardano al di là verso ovest'. vecchie strutture, ma di chi continua, con pervicacia, a imporre ideologie collettivistiche simbolicamente decadute con l'abbattimento del muro di Berlino e di chi non capisce che i grandi problemi attuali sono ben altri.

La stampa, la radio, la televisione ed oggi anche internet ci tengono informati momento per momento di quanto avviene nel mondo in tempo reale e mai le notizie sono state date con tanta tempestività. Qualche volta una notizia viene smentita contestualmente nel comunicarla, ed invero, la tempestività e l'obiettività nel riportare i fatti hanno raggiunto livelli qualitativi mai raggiunti prima.

C'è un ma!
Le notizie sono tante ed ognuno le sceglie e le combina come vuole.
Per sostenere una tesi ogni giorno si può scegliere quella che fa al caso proprio ed ognuno nel sostenerla può manipolarla al punto di travisare completamente i fatti stessi.

Con immagini reali si possono inventare storie inesistenti e, per fortuna, le bugie hanno sempre le gambe corte e la verità prima o poi salta fuori.
Questo per i fatti di cronaca, non per i commenti che di solito si fanno, anche sui giornali.

E' tutto un altro discorso.
Occorre sapere andare oltre l'esame dei fatti!
Tutti sono capaci di fare un bel discorso politico: non tutti però hanno una cultura storico politica ed una educazione critica per poterlo valutare con sufficiente compiutezza.

In proposito desidero esporre le mie opinioni oltre le ideologie ovvero senza preconcetti e tentare di inquadrare con sufficiente obiettività gli importanti mutamenti che stanno avvenendo in questa nostra fase storica.
Il metodo è semplice:

  • cosa muta;
  • da quando;
  • perché.

Difficile è il procedimento perché occorre:

  • inquadrare l'area di mutamento;
  • richiamare i fatti del passato depurandoli dei travisamenti storici operati dalle ideologie;
  • esercitare al massimo il proprio senso critico per collegare gli eventi gli uni agli altri sino a creare una solida base di conoscenza per seguire con cognizione le attuali problematiche nella politica, nel sociale, nell'economia e nelle arti.

Per avviare il procedimento, a mio parere, occorre uno sfondo sul quale far apparire il risultato che è paragonabile all'insieme dei colori che il pittore sparge sulla tela prima di dare corpo al soggetto che ha in mente.

Lo sfondo che serve va cercato nella propria memoria di una passata esperienza, o diretta o riferita da qualche conoscente, oppure in un libro, in un oggetto, in un documento che possa contribuire a riordinare gli avvenimenti in modo da dare maggior luce al nostro presente.

La ricerca va ovviamente fatta su una base di conoscenza preesistente ed aggiornata costituita, "a mio parere" da queste attività:

  1. dimenticare l'esistenza di ogni ideologia o sentimentalismo quali l'umanitarismo, il populismo, il libertarismo e tutti gli altri ismi non associati a compiuti sistemi politico sociali;
  2. aver ben presenti questi fattori di resistenza al cambiamento:
    1. il socialismo, in Italia degenerato nel corporativismo fascista e, attraverso incredibili vicende, ridotto allo stato larvale ed altrove evoluto nella socialdemocrazia;
    2. il liberalismo dei padroni del vapore messo alle corde dagli interventi di economia programmata e protetto dallo Stato nel limbo del pieno impiego dei fattori di produzione, ora in corso di evoluzione verso l'economia di mercato;
    3. il comunismo sotto forma di classismo inteso a suddividere artificiosamente la società civile in categorie di individui, organizzati in collettivi guidati da un commissario politico, con funzioni istituzionali specifiche attribuite dallo Stato che governa tutti i fattori di produzione;
    4. le tendenze a conservare le politiche assistenziali raccolte nella cosiddetta “welfare-economy” (economia del benessere) che a mio parere privano il singolo cittadino di ogni stimolo e iniziativa a realizzarsi nel settore delle arti, dei mestieri e dell’impreditoria;
    5. l’ambientalismo promosso da coloro che, senza alcun costrutto scientifico, considerano l’ambiente anzichè l’uomo al centro dell’universo. La loro arma è il catastrofismo in quanto considerano tutto ciò che è in atto per migliorare e prolungare la vita umana è fonte di più gravi danni di quelli di lasciar fare la natura da sé;
    6. l’eccessiva disinvoltura dei media nel diffondere le notizie senza gli adeguati supporti perché queste vengano comprese.
  3. osservare i rapporti interreligiosi nel mondo nell’ottica di costruire un’etica comune a tutti i popoli atta ad ispirare una nuova più incisiva formulazione della Dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo;
  4. valutare la funzione delle politiche emergenti che pongono l’uomo, come singola persona, al centro di ogni azione nei confronti della collettività. Questa è l’unica reale idea forza per costituire negli Stati aderenti all’ONU ed in tutti gli altri organismi internazionali cui sono associati, l’ambiente idoneo perché a tutti i popoli sia garantita pace e libertà con le loro tradizioni storiche, etniche e linguistiche.

Ritengo che l'elenco sia completo.

 

Roma, 23 ottobre 2003
Revisione del 27 maggio 2006

Dopo quasi tre anni rileggo questa pagina e aggiungo qualche osservazione a quanto scritto, in particolare, ai quattro punti costituenti le ragioni per capire la nostra epoca. Più in generale, li riassumo come segue:

  1. superare le ideologie ed ogni disegno utopistico, religioso o laico, che riduca la persona ad essere suddito dello stato, delle sue suddivisioni territoriali e amministrative e di altro potere costituito, ovvero di qualsiasi organismo istituzionale o associativo che vincoli il proprio appartenente in modo irreversibile a scelte che contrastano con i diritti fondamentali della persona;
  2. tener presenti i sei fattori di resistenza al cambiamento che si riscontrano ancora per il sopravvivere di movimenti ispirati alle anzidette ideologie (i residui paretiani della persistenza degli aggregati);
  3. osservare l'evoluzione dei rapporti interreligiosi che assumono un'importanza rilevante specie per la ricomparsa di atteggiamenti sospinti dal fondamentalismo;
  4. valutare il sorgere delle politiche emergenti perché a tutti i popoli sia garantita pace e libertà con la tutela delle loro tradizioni storiche, etniche e linguistiche purchè coerenti con la Dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo.

Al riguardo, ho solo da precisare che, dagli eventi che si sono manifestati in questi ultimi tempi, rilevo che gli operatori del cambiamento, faticano ad introdurre provvedimenti coerenti con questo modello. Infatti questi sono costretti ad agire con forme di propaganda diffusa con sollecitazioni ideologiche mascherate in modo da indurre i singoli ad esprimere il consenso ad essere beneficiario di provvedimenti che soddisfano l'interesse di pochi e che contrastano con quello di molti che restano delusi di averlo espresso.

Ancora oggi la politica, la scuola, la stampa, la televisione, i media per non dire anche l'esercizio di tutti i poteri costituiti e di fatto, cercano solo l'approvazione e la diffusione di tutto ciò che viene proposto ed inventato indipendentemente da ciò che realmente serve: si è creato un'ipermercato di idee e cose attorno al paradigma di una società che fa sua l'etica del successo nel vendere al meglio se stessi e ciò che si fa e dove il consumismo diventa se stesso merce da diffondere per alimentare un circolo continuo autorigenerante.

E' questo l'insegnamento dei Grandi che introducono il capitolo degli Fatti di oggi, idee di ieri, tra i quali i più vicini a noi nel tempo, Gandhi, Madre Teresa di Calcutta e Papa Giovanni Paolo II?

Altri innumerevoli personaggi, chi più noto e chi meno, segnano la strada giusta, ma compaiono raramente perchè le loro tracce si manifestano in modo silente e si perdono nelle ineluttabili complicazioni che segnano il cammino della storia del nostro tempo: ma esistono, si fanno strada coi fatti e non con le parole; al manifestarsi di ogni opportunità, cercano la condivisione di progetti costruiti attorno alla solidarietà e all'amore degli uni verso gli altri.

Ultimamente l'ispiratore e il più efficace sostenitore di questi progetti è stato Giovanni Paolo II. Papa Benedetto XVI è su questa strada: Deus caritas est costituisce un forte richiamo a proseguire!

Come laico, dico con mie parole ciò che credo di capire dall'insegnmento di questi due Grandi:

essere liberi al mondo secondo propri progetti e aspirazioni nel quadro della condivisione di obiettivi comuni e col sussidio della solidarietà e dell'amore che deve unire tutti indistintamente.

Oggi la scienza e la tecnologia sono sufficientemente avanzate per farci comprendere che le risorse della natura sono in misura sufficiente per liberare l'umanità dal bisogno. La coscienza di questa realtà stimola molte associazioni umanitarie nelle quali operano persone che trovano la propria identità esistenziale offrendo loro stesse per compiere opere benefiche col supporto di una solidarietà condivisa da tutti.

Peraltro, l'insistere delle passate costruzioni ideologiche lasciano libero il campo allo sviluppo di queste tendenze in modo lento e faticoso e ritengo che, sotto il profilo politico-economico, il più intenso fattore di resistenza al cambiamento sia costituito dalle azioni di chi mantiene in atto la consuetudine di fondarle su teorie pseudoscientifiche ovvero - (...) come dice Pareto - su teorie fondate su fatti deformati (Trattato di sociologia generale Cap. V).


Per rimanere in tema e per evidenziare il contrasto insuperabile esistente tra il pensiero emergente e le anzidette teorie Fatti di oggi, idee di ieri, continua il discorso nel rappresentare ciò che accade e nell'osservare che i governanti continuano a collezionare inequivocabili fallimenti nel realizzare i loro progetti di gestione con mezzi che avrebbero potuto essere efficaci solo in passato. Infatti gli aspetti politici da affrontare si presentano sotto aspetti così complessi ed in ambiti così diversi rispetto al passato che richiedono un trattamento del tutto nuovo e con cambiamenti radicali nel modo di affrontarli.

Oggi tutti sentono che si può essere liberi dal bisogno e, per questo è auspicata da tutti la richiesta volta a realizzare un nuova coesione sociale costituita tra persone libere.

  1. Tutti hanno coscienza che l'uomo è re nella natura e la natura è asservita all'uomo per i propri bisogni;
  2. Tutti possono comportarsi liberamente in modo da non portare nocumento ad alcuno;
  3. Tutti agiscono in modo trasparente e nel rispetto di sè stessi e del prossimo;
  4. Tutti possono scegliere l'occupazione più gradita alla propria indole volta ad operare sui quattro fattori primari di produzione economica (terra, capitale, impresa e lavoro);
  5. Tutti possono associarsi per la tutela della propria personalità.

Questo può essere il paradigma dell'epoca che oggi sentiamo nascere nella nostra coscienza. Non è un'utopia perchè le cinque libertà sopra accennate non possono essere imposte perchè chi è libero dal bisogno non ha vincoli da osservare per ottenere ciò che desidera.

Le prime comunità cristiane, da questo punto di vista, sono il modello per una nuova società umana.

Ma attenzione! Non voglio essere frainteso: non si tratta di un ritorno al passato. Si tratta di formare un progetto su basi sperimentali e di conoscenza più approfondite rispetto ai mezzi disponibili in quei tempi remoti.

 

Roma, 27 maggio 2006

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In questa sottosezione:
   
Introduzione
Storia
L'ancora della memoria
Il rasoio di Ockham
Uno sfondo per capire
Una nazione per i popoli
Manuale di storia
Ma quanti poteri?
Libertà e lavoro
Tavola rotonda
  Parla il Rabbino
  Parla il Prete
  Parla il Dottore in filosofia islamica
  Secondo giro e conclusione
Le regole del gioco
  Specialismo
  Antispecialismo
  Generalismo
  Il gioco di Pibond©
 
 
 


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