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Parla il Rabbino
di Pietro Bondanini

Da una tavola rotonda interreligiosa ho tratto la conferma su ciò che è stata sempre una mia convinzione: la religione non è l’oppio dei popoli. La religione deve essere inserita nella costituzione di tutti gli Stati – Nazione.

Iniziò a parlare il Rabbino.

Dopo aver dato la propria adesione all’impostazione della discussione suggerita dal Prete, il Rabbino tenne a precisare che la pacifica convivenza si raggiunge nel mostrare se stessi come si è, conducendo l’interlocutore a comportarsi allo stesso modo.

All’opposto occorre evitare di rappresentare se stessi come si immagina che l’interlocutore vorrebbe. La gestione del contrasto porterebbe, nel secondo caso, ad equivoci e falsi accordi; nel primo caso, invece, le parti, in leale comunanza d’intenti, potrebbero addivenire ad un accordo per gestire le diversità ritenute altrimenti inconciliabili per una leale convivenza pacifica. Al riguardo ha ricordato che tutte le comunità cittadine nel mondo, dove convivono da secoli le tre religioni, ebrei, cristiani e musulmani vivono in pace tra loro perché tradizionalmente seguono questa regola di vita.

Il Rabbino, poi, ha affrontato il tema dell’”appartenenza”. L’ebreo ha una doppia appartenenza: alla nazione in cui ha la cittadinanza della quale condivide i diritti civili e la lingua, nonché alla Comunità ebraica. Di questo aspetto, mi è parso essenziale il riferimento a due episodi biblici relativi al popolo di Israele in fuga dall’Egitto.


1°episodio (Esodo 18, 24-26)

Il popolo d’Israele è accampato a Refidim.
E’ il momento in cui Israele si organizza e si darà le leggi conformi ai messaggi di Dio riferiti al popolo, tramite Mosè.
Ietro, sacerdote di Madian., nell’udienza durata una giornata intera innanzi al popolo per dirimere questioni in massima parte di poca importanza, ebbe a constatare l’eccessivo impegno profuso da Mosè, suo genero, nel fare giustizia, distogliendolo da attività più vantaggiose per la sua missione. Pertanto, gli suggerì di istituire i giudici che al posto suo gli avrebbero consentito di occuparsi delle questioni più importanti.

“ Mosè ascoltò la voce del suocero e fece quanto gli aveva consigliato. Mosè, dunque, scelse in tutto Israele uomini capaci e li costituì alla testa del popolo come capi di migliaia, capi di centinaia, capi di cinquantine, e capi di decine. Essi giudicavano il popolo in ogni circostanza: quando avevano affari difficili li sottoponevano a Mosè, ma giudicavano essi stessi tutti gli affari minori”.

Non è Dio che istituisce il giudice, ma Mosè che liberamente agisce in base al suggerimento di suo suocero sacerdote. Questi giudici sono gli attuali capi delle comunità ebraiche. Oggi, come allora, questi capi hanno le medesime funzioni e non interferiscono con gli organi dello stato cui la comunità appartiene.
Quanto all’appartenenza religiosa, per l’ebreo il problema non si pone perché lo stato di laicità non esiste (non esiste nemmeno il termine “laico”, in ebraico!). Anche questo aspetto trova conferma nella Bibbia laddove gli Israeliti, levato l’accampamento di Refadim, arrivarono al deserto del Sinai.

2° episodio (Esodo 19, 2-6).

LA LEGGE SUL SINAI esodo 19,16 Questa volta è Dio che parla a Mosè e non il sacerdote Ietro: è Dio che vuole custodire l’alleanza col suo popolo e gli si manifesta con la presenza sotto forma di nuvola tuonante e con la parola attraverso Mosè. Il primo messaggio è il più significativo:

“ Israele si accampò davanti al monte. Mosè salì verso Dio e il Signore lo chiamò dal monte, dicendo: “Questo dirai alla casa di Giacobbe e annuncerai agli Israeliti: voi stessi avete visto ciò che io ho fatto all’Egitto e come ho sollevato voi su ali di aquile e vi ho fatti venire fino a me. Ora, se vorrete ascoltare la mia voce e custodirete la mia alleanza, voi sarete per me la proprietà tra tutti i popoli, perché mia è tutta la terra! Voi sarete per me un regno di sacerdoti e una nazione santa. Queste parole dirai agli Israeliti.”

Per Dio, gli Israeliti sono “un regno di sacerdoti e una nazione santa”!

Tutti gli israeliti sono sacerdoti pertanto il laico non esiste!

Dopo il rito della purificazione durato tre giorni, Dio si manifesterà direttamente solo a Mosè e ad Aronne, a distanza ai sacerdoti che sentiranno voci tra i tuoni, ed infine al popolo che sentirà solo tuoni. Mosè ed Aronne salirono sul Sinai; i sacerdoti intorno al monte e ai suoi piedi; il popolo dietro i sacerdoti: pena la morte, nessuno avrebbe potuto valicare il confine assegnato.

Così tutti parteciparono alla manifestazione: Mosè con Aronne ascoltò la parola di Dio per custodirla e tramandarla nella sua esatta sostanza e forma; i sacerdoti discendenti di Abramo che percepirono qualche parola tra i tuoni e se ne fecero una personale libera interpretazione che si sarebbe integrata con quanto Mosè e Aronne avrebbe riferito; infine il popolo che sentì solo tuoni dai quali le coscienze individuali avrebbero compreso ciò che è male dall’insegnamento dei sacerdoti che da allora assunsero il nome di “rabbini” ovvero di “maestri”.

Da quel momento gli ebrei poterono liberamente accedere al proprio personale messaggio di Dio attraverso la Legge donata a Mosè e ciò attraverso la rievocazione del tuono e l’insegnamento del Rabbino.

 

20 novembre 2003


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In questa sottosezione:
   
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Il rasoio di Ockham
Uno sfondo per capire
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Manuale di storia
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